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PALAZZO LAECHLER


Castelrotto, 2013 - 2018

 

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Castelrotto si distingue per la sua splendida piazza. Cinque vie, fiancheggiate da case costruite fittamente l’una accanto all’altra, vi si incontrano, quasi a disegnare una stella. La domina il campanile, fortemente segnato, come l’intero luogo, dal grande incendio che nel 1753 causò gravi danni al paese. Palazzo Laechler è un edificio merlato che, assieme al municipio e all’Hotel Lamm, si affaccia sulla piazza chiudendola ad ovest. Costruito a ridosso del municipio, esso sorge all’imbocco della piazza tra vicolo Vogelweider e la porta ad arco che conduce a via Platten.
L’origine di Palazzo Laechler, un tempo chiamato “Plunderschneiderhaus”, risale al Duecento. Nei secoli seguenti fu ampliato in quattro grandi interventi costruttivi, alzato e modificato fino a quando, all’inizio del Novecento, assunse le dimensioni e l’aspetto attuali.
Nel 1937 l’edificio fu acquistato dalla Cassa Raiffeisen di Castelrotto e fino al 2011 fu utilizzato come sede della banca. Nei quasi 80 anni di utilizzo sono state apportate modifiche in tutta la struttura: in occasione di alcuni interventi questa dimora storica è stata gravemente danneggiata. L’intervento più invasivo fu quello del 1958, quando fu spostata la scala d’ingresso esterna a due rampe. L’aspetto della facciata che dà sulla piazza è rimasto così alterato per 60 anni, fino al 2018.
Negli anni Sessanta il livello della piazza fu abbassato di circa 50 cm nella zona antistante Palazzo Laechler, per permettere il passaggio degli autobus sotto l’arco del municipio. Ciò ha portato ad una differenza maggiore tra la piazza e il piano rialzato, consentendo però allo stesso tempo un ingresso più basso, a livello del suolo.
La possibilità di avere un’entrata e un’uscita d’emergenza prive di barriere architettoniche era un prerequisito necessario per il nuovo utilizzo dell’edificio; per questo motivo lo studio razionale degli accessi e percorsi  ha avuto il ruolo principale nell’ultima ristrutturazione. Nello specifico, si trattava di rendere possibile l’utilizzo separato e contemporaneo dei quattro piani, creando accessi indipendenti e privi di barriere architettoniche. Grandi porte scorrevoli a inferriate formano i percorsi interni all’edificio: partendo dallo spazio comune della tromba delle scale, permettono di utilizzare contemporaneamente, e in modo del tutto autonomo, anche solo alcuni degli ambienti o dei piani dell’edificio pubblico. Al piano rialzato è ospitata l’Associazione turistica con il punto informazioni, nel seminterrato ci sono spazi espositivi e la cucina per le associazioni, al primo piano un museo dei costumi tipici con un laboratorio di sartoria, mentre nel sottotetto è stata realizzata una sala polifunzionale. 

Per ottenere un’altezza adeguata alla sala, il colmo è stato alzato a due terzi della lunghezza. In questo modo la parte che ha subito le trasformazioni maggiori è stato il sottotetto. Non modificando la grondaia attorno all’edificio, e differenziando le superfici del tetto l’innalzamento non risulta visibile né dalla strada, né dalla piazza del paese. Per fare spazio alla sala, sul lato ovest il muro del pignone è stato sostituito completamente da una vetrata, poi coperta da un ventaglio di lamelle di legno dipinto di bianco. Questo ventaglio completa nuovamente, in modo astratto, il profilo della casa nel paese, in muratura fin sotto al tetto.

I pochi elementi storici dell’edificio che si sono conservati sono stati liberati dalle installazioni tecniche più recenti e restaurati ai sensi della tutela dei beni culturali. Dove sembrava opportuno, gli ambienti sono stati riportati alla loro forma originale, le aperture realizzate in passato sono state richiuse, ed è stata ripristinata l’opera muraria portante. I soffitti sono stati rivestiti in tavole e le nuove pareti sono in calcestruzzo ricoperto in legno.
Il modo migliore per descrivere il confronto e i lavori svolti a Palazzo Laechler è forse quello di un equilibrio tra restauro, ricostruzione e sviluppo.

Testo architetti, 2018

 
1940
 
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2016
 
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