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Hotel Lamm, ricostruzione e ristrutturazione nel centro storico di Castelrotto
Premessa:
Dal 1670 il Lamm si affaccia sulla piazza di Castelrotto. Contrariamente alle case e agli edifici adiacenti l’hotel non ha mai acquisito un particolare valore architettonico, soprattutto per via delle continue ristrutturazioni e aggiunte effettuate nel corso del tempo. A inizio Novecento l’albergo era costituito dall’edificio centrale in piazza, da una struttura di ampliamento all’ingresso ovest del paese e da un fabbricato che li collegava; nel suo insieme il complesso formava per intero il lato orientale di vicolo Vogelweider. All’inizio del secolo scorso l’edificio nella piazza del paese aveva già, grosso modo, il profilo di oggi. Negli anni Settanta l’edificio e la struttura di collegamento furono sostituiti da un nuovo fabbricato. Nell’anno 2000 ci fu un ulteriore intervento di portata molto maggiore. L’aspetto della struttura di ampliamento cambiò radicalmente: l’edificio fu rialzato, rivestito in scandole, e il tetto a due falde fu sostituito da un tetto a uno spiovente che dava l’effetto di una quinta teatrale. A lato di via Dolomiti, la circonvallazione del paese creata in quegli anni, fu costruito un secondo edificio di ampliamento, posto di traverso lungo la nuova strada. Si tratta di una struttura a quattro piani, in legno intonacato, articolata in quattro torrette a Erker, con una terrazza al posto del tetto. Entrambi gli interventi hanno danneggiato notevolmente l’insieme architettonico del paese, fino ad allora rimasto intatto, e l’immagine omogenea offerta dai tetti delle case del centro storico.
Stato di partenza:
Nel 2016, quando abbiamo preso visione dell’Hotel Lamm, la sua struttura fuori terra aveva un volume poco inferiore ai 20.000 m³, ed era – sia all’interno che all’esterno – un miscuglio di aggiunte e stili differenti. I processi funzionali erano mal organizzati, in alcuni casi le superfici accessorie necessarie alla struttura erano del tutto assenti, mentre grandi spazi principali al piano terra restavano invece inutilizzati. Il locale “Postkeller” era chiuso ormai da anni. L’entrata dell’hotel con la zona antistante per il posteggio temporaneo delle macchine, poste in piazza, ostacolavano gli sforzi per diminuire il traffico nel centro del paese. L’opportunità di utilizzare la nuova via Dolomiti per l’arrivo e la partenza degli ospiti non era stata colta durante la costruzione del nuovo fabbricato, come l’opportunità di gestire in modo razionale gli spazi e di creare una facciata adeguata al piano terra. Il garage era difficile da raggiungere e, a causa della carenza di posti auto, dovevano venire utilizzati posteggi sparsi per il paese. Il Lamm era ben inserito nel paese, mentre le moderne strutture alberghiere spsso hanno l’effetto di allontanare il più possibile i residenti. Il desiderio dei nuovi proprietari era quello di integrare nel nuovo Hotel Lamm una trattoria e un bar per i residenti, come luoghi di incontro serale.
Idea:
Con l’attuale ristrutturazione sono state superate le debolezze funzionali della struttura e ingrandite le aree di pertinenza; gli edifici degli anni Settanta, staticamente inadeguati, hanno lasciato spazio a un nuovo fabbricato, anche per consentire la costruzione di un garage sotterraneo con i posti auto necessari. Per ragioni economiche gli altri due edifici non sono stati demoliti, ma radicalmente consolidati dal punto di vista statico e profondamente ristrutturati; i muri in pietra dell’edificio storico all’antico ingresso del paese sono stati però conservati.
L’ingresso dell’hotel è stato spostato in via Dolomiti e l’edificio costruito nel 2000 è stato completamente rialzato per creare l’ingresso con l’area di arrivo da via Dolomiti. Dallo stesso lato il Lamm ha ottenuto finalmente una facciata adeguata al piano terra, e gli accessi ai nuovi garage e all’ingresso dei fornitori sono stati organizzati in uno spazio coperto antistante all’hotel appositamente realizzato. L’intervento sull’edificio di via Dolomiti ha permesso di creare un bar e un ristorante nell’edificio sulla piazza e di ricavare uno spazio tranquillo per una terrazza sotto il grande tiglio vicino alla fontana del paese. Le saune e la piscina sono state collocate sotto il tetto.
Ogni riflessione sulla forma delle facciate e del tetto ci ha riportato involontariamente alle vecchie vedute di Castelrotto, omogenee ma non rigide, con un’alternanza tra timpani e gronde.
Le facciate forate e le superfici rivestite in legno, intonacate con tonalità diverse, creano un’immagine omogenea, anche se casuale, di superfici chiare e scure. Seguendo questi principi si è continuato a costruire pensando all’immagine offerta dai tetti del posto: alla struttura di ampliamento è stato dato nuovamente un tetto a due falde, mentre per l’edificio in legno si è pensato a un tetto a uno spiovente, in sintonia con la funzione del fabbricato. La rapida scomparsa delle stalle dal centro ha cambiato in pochi decenni l’immagine del paese che si era formata nell’arco di secoli, privandola delle macchie scure che la caratterizzavano. Per questo motivo abbiamo scelto di reintrodurre delle facciate in legno. Anche le nuove facciate sulla piazza del paese e su vicolo Vogelweider sono state riportate a uno stato più antico. La scansione regolare delle finestre, che diventano più grandi risalendo l’edificio, segue la logica di una suddivisione rigorosa dello spazio che si ripete su ogni piano, ma con una vista che migliora con l’altezza. Può sembrare fuori moda, ma per noi sentir dire che “Il nuovo Lamm si inserisce nel paese come se ci fosse sempre stato” sarebbe una conferma del nostro modo di lavorare.
Testo architetti, 2018 |
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